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Channel: Roberto Abraham Scaruffi
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IL FOGLIETTO QUOTIDIANO

Edizione breve del quotidiano diretto da Giuliano Ferrara

OGGI IN EDICOLA
PRIMA PAGINA

Golpe? Quale golpe? La Casa Bianca si tiene a distanza

La strage politica al Cairo dimostra che l’influenza di Obama è evaporata e gli aiuti militari non contano

Come Napolitano ha rottamato gli sfascisti del Pd tentati da Rep.

Il no alle elezioni e il senso dell’esperienza del Pd al governo. Che cosa voleva dire il Quirinale a Renzi e compagnia
SECONDA PAGINA

Sogno fu la prima vittima della “giustizia democratica”. Un libro lo spiega

di Giulio Meotti
EDITORIALI

Letta e il fattore C(rescita)

Consigli al governo fortunato per cavalcare la positiva onda europea
ANALISI

Ecco come “costituzionalizzare” i contratti alla Marchionne

L’articolo 39 della Carta non si applica ma impedisce di fare leggi diverse. Per questo è inutile legiferare, meglio riformare
INSERTI

La messa interdettta

Jean Madiran, combattente dell’antico rito di san Pio V. Idee e fede di una vita
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OGGI ONLINE

Massacro al Cairo, il jihad si frega le mani

L’esercito spara e spazza via i sit-in dei Fratelli musulmani. Ora torneranno all’eversione islamista?
Nella storia del Fratelli musulmani ci sarà un “prima di Rabaa” e un “dopo Rabaa”. I generali egiziani hanno scelto l’opzione Tiananmen, la più temuta: muovere con le forze di sicurezza contro i sit-in del partito islamista nella capitale  (a Rabaa el Adawiya e a Nahda) e disperdere i manifestanti con una brutale operazione di repressione. Qualche manifestante era armato, è vero, ma si trattava di una minoranza infinitesima rispetto alla massa dei seguaci della Fratellanza – attivisti del Cairo e da fuori, a volte famiglie intere – che per più di un mese ha sopportato il caldo e il digiuno del Ramadan in attesa del presidente Mohamed Morsi, arrestato e mai più mostrato al pubblico dal giorno del golpe, il 3 luglio.
di Daniele Raineri
La svolta statistica

L’Eurozona riemerge da una lunga recessione meglio del previsto

Il pil cresce dello 0,3 per cento grazie alla spinta tedesca. Ma Italia e Spagna restano in territorio negativo
L’Eurozona è ufficialmente uscita dalla più lunga recessione mai sperimentata dal Dopoguerra a oggi. Ma, come avvertono diversi osservatori, la crescita economica nei paesi della moneta unica è lontana dall’essere stabile perché è tuttora minacciata dalla persistente stretta del credito bancario ed è appesantita dal fardello dei debiti pubblici che i governi faticano a ridurre. Ieri l’ufficio di statistica europeo, l’Eurostat, ha comunicato che nel complesso il prodotto interno lordo dei diciassette paesi della moneta unica è cresciuto dello 0,3 per cento nel secondo trimestre rispetto al primo, dopo una contrazione durata diciotto mesi.
di Alberto Brambilla

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